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Consumo critico dell'acqua

Il fatto che l'acqua sia un bene prezioso e non inesauribile, dovrebbe indurre le istituzioni e i cittadini ad assumere comportamenti virtuosi e sostenibili. Soprattutto gli enti pubblici dovrebbero promuovere una nuova cultura dell'acqua basata sulla diffusione di "buone pratiche" che possano incidere sugli usi collettivi e singoli del bene. È necessario che le istituzioni si rendano conto dell'importanza di una gestione razionale delle risorse idriche, soprattutto a fronte delle richieste crescenti dovute all'espansione della popolazione e della produzione industriale e agricola, e procedano ad un riordino generale degli usi secondo precise modalità e principi di risparmio, senza trascurare la qualità dell'acqua che va preservata per soddisfare al meglio le utilizzazioni previste.

La corretta gestione delle risorse idriche richiede in primo luogo un inventario delle stesse, per procedere successivamente ad una pianificazione complessiva che consideri tutti gli aspetti che regolano il sistema idrico, relativi al prelievo dell'acqua, alla distribuzione, al risanamento, alla restituzione al reticolo idrografico naturale. Poiché l'acqua non ha frontiere ed è un bene comune, la sua gestione implica collaborazioni e coinvolgimenti che superano i confini amministrativi. A proposito del "governo pubblico" dell'acqua, potrebbero essere perseguiti alcuni obiettivi strategici, che danno l'idea di quanto sia possibile fare in settori diversi: ad esempio ridurre i livelli di perdita delle reti degli acquedotti, che in Italia si aggirano ancora oggi sul 30%; ridurre le perdite in irrigazione, mediante l'adozione di tecniche e pratiche ad alta efficienza che sostituiscano i metodi tradizionali più idroesigenti; incentivare la raccolta di acqua piovana, prevedendo nei regolamenti edilizi, soprattutto per le nuove costruzioni, la possibilità di realizzare impianti che consentano di sfruttare l'acqua piovana in ambito domestico.

Ma anche i singoli cittadini, attraverso le azioni e i gesti quotidiani, possono contribuire a risparmiare l'acqua, a non sprecarla, a non inquinarla. In Italia la media del consumo è di 250 litri giornalieri pro capite, la più alta in Europa dove la media scende a 165 litri. La situazione è peggiore solo in Canada (350 litri) e negli Stati Uniti (425 litri). Eppure i consumi domestici si possono ridurre anche del 50% senza limitare il benessere: ci sono accorgimenti che una volta interiorizzati diventano automatici e non richiedono più alcuno sforzo.

Il risparmio è possibile adottando comportamenti razionali nell'igiene quotidiana e nelle attività domestiche, in casa (ad esempio applicando dei frangigetto ai rubinetti), in bagno (evitando di far scorrere inutilmente l'acqua, facendo la doccia anziché il bagno) e in cucina (lavando frutta e verdura in ammollo senza far scorrere sopra l'acqua, raccogliendo l'acqua del rubinetto in attesa che diventi calda). L'acqua non va sprecata quando si utilizzano la lavatrice e la lavastoviglie (solo a pieno carico) e si fa uso dei servizi igienici (attrezzando lo sciacquone con un doppio scarico). Altre buone pratiche da tenere in considerazione riguardano il controllo delle perdite (sottoponendo a manutenzione costante rubinetti e water) e il riciclo dell'acqua (riutilizzando l'acqua di bollitura della pasta per sgrassare i piatti). La cura del giardino e il lavaggio dell'auto vanno affrontati raccogliendo l'acqua piovana e utilizzando i secchi invece delle pompe, mentre l'uso parsimonioso di detersivi e detergenti diventa importante per ridurre l'inquinamento dell'acqua.

Infine va incentivato il consumo dell'acqua di rubinetto che costa infinitamente di meno dell'acqua minerale in bottiglia. I controlli effettuati periodicamente offrono altrettanta garanzia e sicurezza. In più l'acqua di rubinetto ha un minore impatto sull'ambiente: non richiede alcun imballaggio e quindi non produce rifiuti.

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